ASSOCIAZIONE AMICI DEL MUSEO PEPOLI  -  Trapani


MUSEO PEPOLI cento anni di storia

 
 

Il Museo dal dopoguerra ai primi anni
Sessanta

Daniela Scandariato

 

    Nel periodo compreso tra il termine del secondo conflitto mondiale e i primi anni Sessanta il Direttore onorario del Museo Carlo Messina e lo storico dell’arte vincenzo Scuderi1 si trovarono ad affrontare un duplice ordine di problemi: da un lato le criticità strutturali che l’antico edificio presentava, laddove gli eventi bellici, ma soprattutto l’azione del tempo e degli agenti atmosferici ne avevano alterato l’immagine e la funzionalità; dall’altro l’esigenza, ritenuta altrettanto cogente, di rivisitare i criteri espositivi e gli ordinamenti ritenuti ormai obsoleti, alla luce dell’ondata di rinnovamento che investì il settore museografico a partire dagli anni Cinquanta.
    Il Museo rimase chiuso al pubblico per tutto il periodo bellico sino al 1948, anno in cui, malgrado le criticità esistenti, se ne riaprirono i battenti
2. Tuttavia l’edificio manifestava una serie di problemi di ordine statico e strutturale, che vennero affrontati nel decennio successivo grazie al diretto intervento del Genio Civile, della Regione, della Soprintendenza alle Gallerie della Sicilia e in particolare grazie al cospicuo finanziamento erogato nel novembre del 1954 dalla Cassa per il Mezzogiorno3. Gli interventi furono finalizzati a contrastare l’infiltrazione dell’umidità di risalita, provocata da una falda freatica sottostante l’edificio (la cosiddetta “acqua della Madonna”) ed al consolidamento del colonnato, delle arcate e dei pavimenti in cotto del chiostro, fortemente danneggiati dall’usura e dalle intemperie.


Museo Pepoli, Arcate del Chiostro (foto inizi anni '50, XX secolo)

    Furono inoltre risanate le coperture e le murature, lesionate dagli spostamenti d’aria causati dalle azioni belliche e dalle infiltrazioni delle acque meteoriche4. Tali operazioni, che si rendevano indispensabili non solo per ovvie esigenze di decoro ma anche per garantire la

 

 

salvaguardia e la conservazione delle opere, determinarono nell’arco degli anni ’50 l’alternarsi di brevi periodi di apertura al pubblico e di chiusure prolungate, condizione che non mancò di suscitare serrate polemiche e una campagna mediatica in alcuni casi fortemente critica.


Museo Pepoli, Loggiato (foto inizi anni '50, XX secolo)
 


Museo Pepoli, Pavimentazione del Chiostro (foto inizi anni '50, XX secolo)

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