ASSOCIAZIONE AMICI DEL MUSEO PEPOLI  -  Trapani


MUSEO PEPOLI cento anni di storia

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Il museo che verrà

Luigi Biondo

 

    I processi di musealizzazione, oggi testimoniati nei campi più diversi da decine di migliaia di istituzioni attive nel mondo, traggono le loro origini da due distinti filoni storici. Certamente più antico è quello che si esprime nella tesaurizzazione di beni ricchi di valori o significati particolarmente elevati per individui, famiglie, gruppi o intere comunità, ma non necessariamente caratterizzati da pregi artistici. I valori spirituali o simbolici riconosciuti a queste accumulazioni inalienabili conferivano spesso caratteri di alta formalizzazione alla loro esposizione pubblica attraverso cerimonie civili o religiose, che in qualche caso ancora sopravvivono. Altro è il filone del collezionismo, che oggi definiremmo d’arte o di archeologia che nel mondo moderno è presente almeno dal tardo quindicesimo secolo, quando assume la dimensione economico-finanziaria e l’immagine sociale che tuttora conserva. Relativamente a queste collezioni, molte delle quali assai ben conosciute nella loro evoluzione attraverso inventari e cataloghi, si è teso a sottolineare prevalentemente l’interesse intrinseco dei materiali, ignorandone spesso i processi di formazione e le gerarchie logiche. Le straordinarie collezioni conservate presso il Museo regionale “Agostino Pepoli” di Trapani sono testimonianza di entrambi i filoni, assommando elementi legati all’uso cultuale e magico con reperti di elevato valore materiale derivato dalla rarità o dalla peculiarità iconografica. Le incessanti raccolte di uomini come Agostino Pepoli Francesco Hernandez e Giovan Battista Fardella sono frutto dell’interesse di individui che hanno avuto il loro punto di partenza dal primo umanesimo in relazione ai viaggi esplorativi nel mondo ellenico, che consentì per molti il sorgere delle prime raccolte.
    La rilevanza oggi dei musei come protagonisti di un’azione sociale è chiara e, più in generale, i beni culturali possono essere generatori di un prodotto reso disponibile sul mercato (prevalentemente quello turistico) o come creatori/erogatori di un servizio, eventualmente offerto anche al di fuori dei modi e delle logiche del loro ambito abituale. La pressione delle tecniche di marketing, ispirate da interessi economici che vedono nel museo un punto di vendita privilegiato su un segmento di mercato comprensibilmente rilevante, spinge qualcuno a considerare la misurazione di indici di gradimento per valutare l’azione del museo nel sociale.
 

 

    Il rapporto fra fini e azioni, in seno alla società, nell’ambito di specifiche politiche istituzionali, locali o nazionali è la stella polare che indirizza da sempre il cammino del Museo regionale “Agostino Pepoli” di Trapani. È facile vederlo in un futuro prossimo come un potente strumento di comunicazione di massa, oltre che – perfino involontariamente, a volte – un efficacissimo tracciante di problematiche e tendenze della società.
    Nell’ambito delle strade indicate dal nuovo corso di investimenti della Comunità europea per il ciclo 2014- 2020 si inserisce una proposta articolata che abbiamo denominato “La casa dell’arte” che ha coinvolto lo staff tecnico del Museo ed è diventato anche affascinante terreno di confronto con la cittadinanza e con le associazioni culturali. Il progetto proposto parte dalla voglia di fare tesoro dell’esperienze maturate sul campo in tanti di anni di impegno e di attenzione per la fruizione ed il miglioramento dei servizi da offrire quotidianamente. una tendenza consolidata alla scala europea e nazionale ci porta a mettere in campo tutti gli accorgimenti per rendere autosufficiente ed autonoma la struttura, con la necessità e la volontà di pensare ad attività che producano reddito, occupazione ed interessi nel senso più nobile e tali da non contrastare con l’identità e la dignità di una struttura che vive da più di cento anni.
    In linea con le finalità delle misure 6.7.1 e 6.7.2 del P.O.R. 2014-2020 gli obiettivi prioritari da raggiungere saranno:
    • la ricerca di nuovi percorsi di visita con allestimenti rivisitati e più accattivanti
    • l’uso di supporti multimediali che facciano vivere percorsi esperienziali
    • l’abbattimento definitivo di ogni barriera architettonica
    • la differenziazione delle aree espositive per tipologie, tematiche o per cronologie
    • il risparmio energetico con fonti di produzione alternativa e minori consumi
    • la ricerca di tecnologie che aumentino la sicurezza attiva e passiva per i fruitori e per le opere esposte.
    La fonte di ispirazione per raggiungere questi traguardi sono stati i percorsi e gli allestimenti più antichi del museo che davano rilievo anche al contenitore architettonico e prediligevano l’esposizione di quante più opere possibili in un gioco quasi di horror vacui e con una presenza forte

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