Nota di Agostino Sieri Pepoli per la cessione dei
locali dell'ex Convento dell'Annunziata.
Trapani, 19 novembre 1906
Museo Pepoli, Corsia delle stoffe e dei paramenti
sacri (foto anni 1908-1909)
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Nella seduta del 23 novembre del 1906,
il Consiglio Comunale presieduto dal sindaco eugenio Scio definì la nobile
e patriottica iniziativa del conte meritevole di incoraggiamento, «giacché
l’istituzione che da lui si vuole fondare contribuisce a dar lustro e
decoro al natio loco»6 e accolse all’unanimità (41 votanti) la proposta
del Conte di concessione dei locali dell’ex convento dell’Annunziata,
allora adibiti a caserma dei Carabinieri e ad aule scolastiche. Iniziarono
pertanto, subito dopo, i lavori di ristrutturazione dell’edificio, del
chiostro e dello spiazzo antistante destinato a giardino.
Nel 1907, a
lavori ultimati, il conte Pepo li, autorizzato per delibera consiliare a
ritirare personalmente gli oggetti d’arte e di antichità di pertinenza
comunale, iniziò a riunire nei locali del Museo le opere d’arte
selezionate; per la redazione del primo inventario dei beni il conte
individuò il canonico Simone Maria Romano, che il 14 febbraio 1910 venne
nominato dal Consiglio di Amministrazione conservatore del Museo7.
Il 10
dicembre 1907 Agostino scrisse al Sindaco, pregandolo di «voler
partecipare alla Deputazione della Pinacoteca Fardelliana la deliberazione
del Consiglio affinché i quadri componenti la cennata Pinacoteca
Fardelliana possano trasportarsi nella nuova sede … assegnata nel detto
Museo»8. La raccolta era costituita dai quadri donati alla città di
Trapani dal Generale Giovan Battista Fardella nel 1830, da donazioni della
Famiglia Ferro, da alcuni quadri acquistati dal Comune, dai quadri
provenienti dalle corporazioni religiose soppresse e, come già riferito,
dai quadri della Famiglia Pepoli donati dal legato testamentario del
barone Antonio Sieri Pepoli, fratello del Conte.
Il Pepoli trasferì al
Museo di Trapani anche alcuni pezzi conservati nel suo palazzo di Bologna,
anch’esso trasformato in casa-museo, pieno di oggetti di varia provenienza
e tipologia.
Nel 1908, con atto di consegna redatto presso il notaio Giammarinaro, confluiscono al Museo anche gli oggetti d’arte provenienti
dai beni di famiglia dei Sieri Pepoli che costituivano il patrimonio
dell’Opera
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