di espositori di
elevata finitura artigianale. Sarebbe un cammino anacronistico tornare a
stilemi ormai sorpassati ma il tentativo del progetto è certamente quello
di recuperare quanto più possibile un’identità, un carattere ed un’aura
vicina a quella fortemente voluta dal conte Pepoli e dal primo direttore
Antonino Sorrentino nei primi anni del secolo scorso. Il visitatore del
museo che verrà avrà la possibilità di un accesso più veloce grazie ad una
bigliettazione on line o a prenotazioni in remoto.
Attraverserà il chiostro ombroso passando fra i reperti lapidei che
testimoniano la storia di Trapani, delle sue fortificazioni e delle porte
urbiche. Godrà di un hortus conclusus, popolato di agrumi
selvatici, che lascerà uno spazio al centro della corte per eventi
all’aperto. All’interno sarà accolto da un’immagine incorniciata del conte
Pepoli che, grazie a sensori mimetizzati, si animerà per ricordare la
storia del museo e la sua scelta di creare un sistema di gerarchie mirate
non alla sacralizzazione delle collezioni, ma alla valorizzazione di ciò
che esso sa e può insegnare.
Gli spazi saranno divisi in aree tematiche a loro volta inquadrate in
percorsi cronologici e la voglia di recuperare le spazialità del passato
costruirà ambienti nuovi. I grandi corridoi che servivano le celle dei
frati carmelitani saranno liberati da vetrine ed espositori e le pareti
popolate dalle grandi pale d’altare e dai quadri di dimensioni maggiori.
Le paraste detteranno il ritmo delle tele e saranno fuga prospettica verso
le volte ricche di stucchi antichi. Sarà abbattuta la sottile parete del
corridoio orientato fra nord e sud che era diventata negli anni sessanta
la cesura fra un deposito e l’esposizione. L’operazione permetterà di
riappropriarsi dell’infilata prospettica e di ricuperare la ventilazione
naturale.
Con effetto domino i depositi saranno traslati ed occuperanno
gli spazi più moderni ed anonimi adesso destinati ai dipinti. Sarà
possibile così ricavare nuovi ambienti dedicati alla collezione di stampe,
alla numismatica ed alla figura di Nunzio Nasi ed ancora valorizzare la
collezione di presepi senza perdere le vetrine progettate dal museografo
Franco Minissi.
Piccole variazioni di livello consentiranno anche ai
bambini ed ai diversamente abili di avere una visione più ravvicinata alle
opere.
Le opere in oro, argento, i coralli ed i gioielli confluiranno in
ambienti che hanno la pretesa di simulare una wunderkammer e che doneranno
un’esperienza multimediale immersiva. Le vetrine con i preziosi avranno,
quasi da contraltare, immagini tridimensionali, proiettate su di una
parete laterale e sul pavimento, che avvolgeranno i visitatori
coinvolgendoli in un immaginifico viaggio in fondo al mare o nella storia
delle botteghe degli artisti barocchi.
Oggetti confusi per tanti anni come
semplici oggetti
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inanimati avranno
una nuova chiave di lettura che potrà condurci verso la costruzione di
esperienze attive di apprendimento capaci di coinvolgere pienamente il
fruitore sia esso uno studioso o il comune visitatore.
Le esperienze descritte saranno accessibili anche ai portatori di
handicap ai quali saranno destinati piccoli accorgimenti per eliminare
barriere architettoniche e psicologiche. Particolare attenzione quindi
sarà rivolta ai percorsi tattili ed alle comunicazioni con la lingua dei
segni.
Tutti gli ambienti saranno climatizzati ponendo attenzione alle
condizioni microclimatiche ideali per conservare le opere d’arte ed
illuminando i percorsi con tecnologie led. Sarà possibile così ridurre gli
sprechi energetici ed avere una sensazione di trovarsi nella nostra “casa
dell’arte”.
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