ASSOCIAZIONE AMICI DEL MUSEO PEPOLI  -  Trapani


MUSEO PEPOLI cento anni di storia

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Luigi Biondo ________________________________________________________________________________________________

1333, faranno seguito altre opere fino al 1420 circa con interventi dedicati alla costruzione di un convento per accogliere fedeli attratti dall’ideale di santità dell’illustre discendente degli Abate2.
    L’ubicazione della chiesa e del caseggiato limitrofo erano ideali per l’osservanza dello stile di vita eremitico - cenobitico dei Carmelitani, che divennero stanziali, favoriti dall’arrivo, avvolto nella leggenda, di una magnifica statua marmorea opera attribuita al celebre artista Nino Pisano, sbarcata a Trapani dopo il 1300 e venerata in tutto il Mediterraneo grazie alla mole di miracoli tramandati da fonti scritte ed orali.
    Dal 1410 ha inizio l’Osservanza Carmelitana, un vero movimento di riforma spirituale che interessa tutti gli ordini religiosi e mira a far ritornare alla stretta osservanza della Regola.
    Il convento di Trapani, nel 1527, è designato dell’Osservanza e la numerosa comunità viene ridotta a 15 sacerdoti, 12 novizi e chierici e 6 fratelli laici. Diventa anche sede dello studentato, dove i chierici iniziano i corsi di logica e di filosofia, e nel 1586 le Costituzioni del Priore generale Caffardi nominano Trapani tra gli “Studia Generalia” dell’Ordine. Il convento di Trapani forma uomini di elevata cultura grazie alla seria formazione di base avuta in comunità. Dal convento dell’Annunziata provengono, oltre al suo figlio più celebre Sant’Alberto degli Abate, il Beato Luigi Rabbatà, vissuto fra il 1443 ed il 1490; padre Giacomo Licata, professore presso l’università di Siena nel XvI secolo; padre Pompeo Zuccalà, morto nel 1616, teologo e storiografo reggente dello Studio dei Carmelitani di venezia. Altro figlio illustre del Carmelo fu Monsignor Luigi Scalabrini, Priore Generale e vescovo di Mazara del vallo, scomparso nel 1842
3.
    Da queste memorie storiche si deduce chiaramente come la complessa realtà del Santuario dell’Annunziata di Trapani rispecchia la vitalità cultuale e culturale che ha caratterizzato lungo i secoli i Fratelli della Beata vergine Maria del Monte Carmelo, rendendo questo luogo uno dei loro più importati centri di spiritualità.
    Con l’ eversione dell’asse ecclesiastico e gli effetti economici delle leggi del Regno d’Italia, seguite al regio decreto 3036 del 7 luglio 1866 di soppressione degli ordini e delle congregazioni religiose ed alla legge 3848 del 15 agosto 1867 che dispose la confisca dei beni degli enti religiosi, il Santuario ed il convento carmelitani transitarono fra i beni statali incamerati nel Fondo di edifici di Culto ed assegnati alla municipalità trapanese
4.
    Il convento subì un lungo abbandono terminato solo con la richiesta di concessione in uso del conte Agostino Pepoli, intenzionato a trasformare le fabbriche in museo.
    I lavori posti in essere dal mecenate variarono in maniera sostanziale le strutture architettoniche, le finiture e le decorazioni

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Museo Pepoli, Loggia ballatoio durante i lavori di ristrutturazione
(foto anni 1907 - 1908)

del chiostro e degli interni per adeguarle alle nuove funzioni espositive del ricco patrimonio da esporre.
    I successivi lavori post bellici e la radicale revisione degli spazi negli anni ’60 ad opera del museografo Franco Minissi hanno reso ardua la lettura della facies originaria.
    Dalle cartografie antiche e dalle foto anteriori ai conflitti mondiali si rileva una cinta muraria esterna che potrebbe corrispondere a quella d’ingresso confinante con il giardino antistante la Basilica. Le murature, con bugnature a fasce aggettanti, furono resecate in altezza e spessore e probabilmente private di volumi addossati.
    È andato completamente perso l’impianto edilizio che precedeva il chiostro, lasciando spazio ad un giardino poligonale che svela le pareti esterne della cappella dei Pescatori sormontata da una cupola di gusto mozarabico.
    Da questi fabbricati un tempo avveniva l’accesso alla cappella, un luogo coperto ma non chiuso, successivamente tompagnato ed arricchito, all’interno, da affreschi, un maestoso portale con ghiere gotiche e membrature scolpite in pietra a vivo e conchiglie d’angolo.
    Il nuovo accesso al Museo avviene da un arco a tutto sesto sormontato da un portale applicato solo nel XIX secolo e proveniente da un palazzo nobiliare del centro storico di Trapani.
  Un arioso chiostro romboidale accoglie i visitatori,